lunedì 2 giugno 2014

Exile - Like A Man

Gianni Della Cioppa: l'ultimo eroe!!! "Ne resterà solo uno" recitava il sequeler di una nota pellicola cinematografica di qualche anno addietro, ed è proprio con queste parole che mi accingo ad introdurre quest\'intervista con uno dei maestri della carta stampata italiana tutt'oggi in circolazione, un'uomo per cui sentimenti profondi come la passione e la determinazione, hanno da sempre rappresentato uno stile vita e di essere, che lo ha portato dapprima ad essere parte integrante di alcune delle più rinomate testate gironalistiche nostrane, spingendolo poi alla creazione dell\'etichetta Andromeda Relix nata come costola dell\'ormai defunta fanzine omonima. Ma se tutto questo è oramai risaputo dai più, quello che molti non sanno, o non ricordano, è che il buon Gianni è stato uno dei primi veri movers della scena metallica italiana, dapprima con i Steel Thunder, eppoi con gli storici Exile, band che, con tre demo all'attivo, fra le quali mi piace ricordare la splendida "Like a man", si resero portavoci sul suolo italico di sonorità a cavallo fra il melodic hard rock di estrazione canadese, ed il class metal tipico di band statunitensi come Ratt e Dokken. Ed è proprio di questo periodo così lontano dai clamori della ribalta che questa piccola intevista si vuole occupare, cercando di riportare alla luce le gesta di quell'ottima band a cui solo il fato avverso riuscì a tarpare le ali........
Ciao Gianni, e benvenuto sulle nostre pagine, innanzitutto grazie di cuore per il tempo che ci stai volendo dedicare, partirei subito con la prima domanda, in che maniera hai conosciuto il resto della band, e come è nata l\'idea di mettere su un gruppo hard rock?
La cosa è stata molto naturale. Come spesso accade, nasce tutto dalla passione comune di voraci ascoltatori. Eravamo amici, ascoltavamo rock da anni e la voglia di fare una band è stata una conseguenza logica di tanta passione. Il primo progetto si chiamava The Chains, poi quello più serio a nome Steel Thunder, fino alla definizione degli Exile, che oltre a me comprendevano il batterista Pietro D’Elia, il chitarrista Giuseppe Mellini e il bassista Marco Teti.

Purtroppo nella mia personale collezione di cimeli appartenuti al passato, ho in possesso soltanto la vostra terza demo "Like a man", cosa puoi dirmi delle altre produzioni artistiche della tua band?.. e se non è troppo, in che maniera nacque la collaborazione artistica fra voi e il mitico Red Crotalo?
Dopo qualche nastro fatto per noi stessi, il primo demo tape nel 1983 fu “Temptations”, che mostrava una band ancora in via di definizione stilistica, c’erano infatti pezzi class, altri acustici, altri thrash, altri epic. Poi “Slave To Fantasy” del 1985, penalizzato da una brutta registrazione di chitarra, ma compositivamente, a mio avviso, maturo ed originale. Il terzo del 1986 è “Like a Man” (con Gianni Sabbioni al basso), che hai anche tu e che trovo ancora oggi delizioso. Red Crotalo produsse il demo, perché stava facendo il militare a Verona (la nostra città) e nacque tra di noi una bella amicizia, sfociata poi in questa collaborazione.

Sai, ascoltando molte demo degli anni ottanta, ho sempre pensato che magari i suoni erano quelli che erano, ma la passione e l'energia profuse in quei nastri, erano davvero encomiabili, tu come la pensi?
Condivido in pieno e lo racconto nel dettaglio nel libro “Italian Metal Legion, 1980-1991 – The Days Of Dream”, che è in stampa proprio mentre ti rispondo (per info www.andromedarelix.com ). All’epoca mancavano i mezzi, ma non certo la passione, la volontà e il talento.

Correggimi se sbaglio, ma credo che all\'epoca voi Exile siete stati i primi in Italia a proporre un classico hard rock d\'impostazione statunitense, è così?... e se non è troppo, molte di quelle band dell'epoca, si dipingevano addosso quell\'alone maledetto dato dal trittico "sex, drugs and rock\'n'roll", voi invece?

Si è proprio vero… Più che "sex, drugs and rock'n'roll" quelli erano gli anni di streghe e demoni (Mercyful Fate), del thrash (Metallica, Slayer) e dell’heavy metal puro (Judas, Maiden) e noi che cantavamo di cose positive, di aspetti della vita veri, oltretutto con un approccio non metal, ma impostato sul versante canadese (Triumph, Max Webster, Zon, Rush…) e americano (Ratt, Dokken…), faticavamo a farci accettare. Ma eravamo felici di essere originali…

Dalle poche foto che ho visto in giro su internet, mi pare di capire che l'aspetto iconografico dovesse contare molto per voi, è così? Chi curava personalmente il look della band che vi distingueva dalle altre formazioni italiane contraddistinte dal così detto "baffetto e pantalone a strisce" molto in auge all'epoca?
Diciamo che ognuno portava il suo gusto, anche se poi, in tutta sincerità, ero un po’ io a decidere se andava ben o no, ma i ragazzi della band, mi hanno sempre riconosciuto una certa leadership naturale (avevo anche più anni di loro…) e quindi non c’erano discussioni. Comunque non c’era l’ossessione del look, era un po’ un gioco, come sentirsi grandi e veri!!

Quanto era difficile essere una metal band italiana in quegli anni? Nel senso che oltre a combattere contro le infrastrutture inesistenti, anche la stampa estera si dimostrava poco duttile nei vostri confronti, vero?
Era difficilissimo per tutti i gruppi… L’heavy metal era un genere che stava nascendo e crescendo in tutto il mondo, in Italia siamo sempre stati in ritardo. Era davvero un problema tutto, dagli studi di registrazione, ai concerti. Era un problema anche trovare i dischi, si facevano lunghe trasferte per acquistarli nei pochi negozi specializzati…Ma ho ricordi fantastici di quegli anni e le mie amicizie sono nate quasi solo nella musica, bastava una maglietta metal per stringersi la mano e diventare amici. Nascevano così scambi di cassette, lunghe lettere… altro che computer e e-mail. Anche solo per fare una cover di un pezzo, bisognava spostare la puntina sul disco mille volte, per capire le note… Oggi è tutto più facile e forse manca il gusto della vera conquista, lo dico senza astio ed anzi sono felice che le cose siano migliorate.

Come descriveresti l'impatto live della band in quegli anni? Aveste la possibilità di partecipare a manifestazioni importanti, o di affiancare on stage band di un certo rilievo internazionale?
Quando gli EXILE hanno iniziano a suonare, in Italia passavano 2-3 gruppi all’anno e lo si sapeva grazie al passaparola. È davvero difficile far capire, oggi che con internet ogni notizia si diffonde in poche ore in tutto il mondo, come si muoveva l’informazione allora. Devi pensare che esisteva solo il telefono e che dell’heavy metal non fregava niente a nessuno, se non a noi appassionati. Solo anni dopo qualcuno ha capito che poteva essere un business e allora sono nati giornali, distribuzioni, etichette, promoter, organizzatori di concerti. I concerti si organizzavano in proprio, pensando a tutto da soli, dal palco, alle luci, alla SIAE, ai volantini… In genere io arrivavo la sera del concerto che ero già distrutto… Monta il palco, l’amplificazione, vai in stazione a prendere i gruppi che suonavano con noi, vai alla SIAE a prendere i biglietti, ascolta le esigenze di tutti i gruppi e poi alla fine, se rimaneva tempo, pensavo anche agli Exile… Ho anche organizzato vari concerti di altri gruppi nella mia città, Death SS, Crying Steel, Steel Crown e tanti altri…. Mi ricordo che per evitare polemiche, noi come Exile suonavamo sempre per primi, lasciando agli altri la gloria del fine serata… Erano nostri ospiti ed era giusto così.

"..ricordo Gianni come una persona stupenda per la sua genuinità, passione, interesse, preparazione, il tutto rappresentato da un modo di fare garbato e gentile anche se con la sua band tirava fuori le unghie", ti riconosci in queste parole?
Oddio quanti complimenti (chi me li ha fatti?), comunque diciamo di si, in qualche modo mi riconosco. Mi ricorda molto come mi descriveva un mio compagno di calcio che diceva “hai grinta con classe…”.

Dimmi le prime parole che ti vengono in mente se ti dico

1. Beppe Riva, 
2. Non sei normale 
3. Certaldo
Il più grande giornalista metal italiano. Strana Officina, i più grandi. Un momento di grande aggregazione e di sincera passione, un piccolo grande sogno che conservo nello scrigno dei miei ricordi.

In che maniera si consumò lo split con il resto della band? Avesti modo di partecipare alla creazione di nuove entità musicali, o ritenesti che niente sarebbe stato uguale senza quei ragazzi?
La band si è sciolta nel 1989 per una naturale difficoltà a mantenere viva l’attività nelle mille difficoltà (non avevamo più nemmeno una sala prove….). Ma due anni prima avevo riformato gli Exile con tre innesti nuovi Stefano pisani (ex Spitfire) alla chitarra, Marco Zani al basso e Nicola Cecere alla batteria, Di questa line up esiste solo qualche registrazione dal vivo. Per un breve periodo, abbiamo avuto in formazione Alessandro Ferraro alla chitarra, un musicista molto bravo e noto a Verona.

Volgendo uno sguardo alla tua passata carriera artistica, pensi di avere più ricordi o più rimpianti? E se potessi, rifaresti tutto da capo?
Forse mi ripeto, ma all’epoca tutti i gruppi hanno fatto il massimo che potevano. Era un periodo di scoperta, abbiamo aperto un varco, creato lo spirito giusto. Si è creato un clima che è servito a dare fiducia ad un movimento che oggi raccoglie i frutti. Infatti oggi la scena metal italiana è famosa è in tutto il mondo.

Secondo te nell'Italia degli anni ottanta, c'era una band più di un'altra che avrebbe meritato più meriti di quando poi non ne ha effettivamente ottenuti? Se ti dico Danger Zone ed Elektradrive, che mi dici?
Danger Zone e Elektradrive, ma io ti dico anche molti altri, penso a Shining Blade, Xipe, Halloween, Synthesis, Dark Quarterer, Steel Crown, ma anche Vanadium, Vanexa, R.A.F., Skanners, Strana Officina… pur se più noti, avevano qualità superiori a nomi stranieri di punta. Mancavano solo le strutture per valorizzare questi gruppi (e molti altri…) e magari un pubblico meno esterofilo.

Avendo a disposizione le nuove tecnologie e tutta l\'esperienza da te accumulata in tutti questi anni su diversi campi, pensi che oggi come oggi l\'esperienza Exile potrebbe avere un\'altra valenza?
Assolutamente si, ma questo discorso vale anche per molti altri gruppi. Oggi c’è molta informazione, molta più tecnologia che aiuterebbe tutti. Ma credo che ogni momento vada vissuto per quello che è. Personalmente non ho nessun tipo di rimpianto.

In un'intervista con un tuo celebre collega dell\'epoca, ho sentito pronunciare delle frasi che uniscono rabbia e sconforto allo stesso tempo, ovvero che l'Italia, se si parla di metal, e\' il fondoschiena del mondo... ed essere italiano e fare metal, e' come essere un albanese e cercare di vincere a Sanremo? Tu come la vedi?
Io non sono così drastico, le difficoltà ci sono in tutti i paesi, anche America e Inghilterra, vivono momenti di difficoltà. Un atteggiamento negativo non porta da nessuna parte. Diciamo che oggi è difficile vendere CD per tutti, dai big agli esordienti e non solo nel metal.

Se non sbaglio, lo scorso anno è avvenuta un concerto di reunion sul palco del Valpolicella festival, si è comunque trattato di un episodio a se stante, oppure pensate di poter in qualche modo continuare?...e se non è troppo, com\'è stato suonare ancora una volta assieme ai tuoi vecchi amici di sempre? Dimmi la verità, siete riusciti a ricreare in qualche modo quella certa alchimia del passato, o no?
La reunion è stata assolutamente estemporanea, fatta con passione, ma con l’intento di durare una sola sera. Oltretutto della line up originale c’ero solo io, perché con i vecchi musicisti degli Exile ho perso i contatti da anni. Ci siamo divertiti molto e spero anche la gente, ma la cosa è finita qui.

Non so come la vedi tu, ma personalmente penso che molte delle band in circolazione oggigiorno, siano ossessionate dal pensiero di come fare un disco, perdendo di vista l'aspetto principale del suonare e fare parte di una band, ovvero il divertimento e lo stare insieme e condividere un sogno, dall\'alto della tua esperienza, cosa potresti consigliare ad una band che sta per muovere i suoi primi passi all\'interno del mondo musicale?
Sono assolutamente d’accordo, in molti sognano solo il successo, che invece è un traguardo quasi casuale. Il rock deve essere divertimento, voglia di dare e ricevere emozioni. Ad una band posso dire solo questo: non ci sono ricette o segreti, pensate a divertirvi e fate le cose per bene, poi il tempo poi dirà.

A livello puramente artistico, com'è cambiato in tutti questi anni il modo di rapportarti alla musica suonata e concepita?
L’approccio alla musica era ed è sempre emotivo. Io dico sempre che ascolto di testa, di cuore e di stomaco. Negli anni ho acquistato un certo peso critico che non avevo. Posso dirti che la mia attesa per un album dipende dal genere che viene proposto, è chiaro che da una band – per esempio - di glam non cerco novità, ma l’attitudine, mentre da un gruppo prog voglio anche idee. Inoltre mi sono aperto a molti generi diversi dall’hard rock e dal metal, ho imparato ad apprezzare anche la musica italiana d’autore, vecchia e nuova.

Cosa puoi dirci a proposito della "Andromeda Relix" etichetta che, molto coraggiosamente, sembra aver ereditato lo status di culto di importanti label del passato come LM record e Minotauro?...e a proposito di LM, com'era nata la collaborazione con Luigi Mazzesi per la pubblicazione dei dischi di Morgana e Rex Inferi? .e se non è troppo, pensi che questa collaborazione possa ripetersi per altri artisti italiani del passato?
L’Andromeda Relix è nata da un’idea mia e dell’amico Massimo Bettinazzi. Siamo partiti come fanzine a sfondo retrospettivo e poi, nel 1999 è sbocciata anche l’etichetta, che ha mantenuto la stessa volontà di riscoprire album di hard rock e metal dimenticati o addirittura mai usciti o di dare voce a gruppi attuali, ma che suonano con lo stesso spirito passionale. La collaborazione con la LM Records è partita con una mia proposta, che l’amico Luigi Mazzesi ha condiviso e credo che in futuro potrà avere altri sbocchi.

Ok Gianni, siamo veramente alla fine, grazie per la pazienza e la disponibilità mostrataci, concludi quest'intervista nel modo che più ti aggrada.
Concludo semplicemente ringraziandoti per lo spazio che mi hai offerto e con l’invito a tutti di acquistare i CD e di non pensare solo a masterizzarli o a scaricarli illegalmente da internet, altrimenti tutto morirà. Se volete nostre novità, visitate il nostro sito www.andromedarelix.com . Stay free!!!

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