domenica 1 giugno 2014

Burn - So Far, So Bad

Solo un altro gruppo di ragazzi inglesi che provano a suonare come una band americana? Un pensiero comune a molti giornalisti del settore che si prestarono ad ascoltare, e recensire, il disco di debutto degli albionici Burn, ensamble che, a parte l'ovvio monicker di discendenza rosso porpora, aveva poco, o niente, da spartire con molte delle formazioni provenienti d'oltremanica in azione dell'epoca, arrivando invece a sfoggiare un versante compositivo ebro di locuzioni melodiche dall'alto potenziale deleterio che, grazie anche a doti strumentali tutt'altro che di secondo piano, ed al carisma di un singer di razza come l'ottimo Geff Odgen, avrebbero potuto condurre la band verso i piani alti dell'establishment musicale del vecchio continente, ma che, invece, finì proprio per tradirli dopo sole poche release ufficiali, anche perchè "non puoi battere gli Yankees al loro stesso gioco"
 E questo i nostri lo capirono fin dai primi passi mossi all'interno del music biz, soprattutto quando affidi le tue sorti artistiche ad una label indipendente come la Formula One Records, dopo una prima tiratura auto gestita. 
E non bastarono nemmeno le parole eloquenti della rivista Kerrang, ed il conseguente KKKKK, ovvero il massimo dei voti, a risollevare le sorti di un manipolo di musicisti il cui futuro, purtroppo, sembrava già segnato ad inizio carriera.
Ma nonostante tutto “So far, So bad”, mai titoli fu più profetico, era, o meglio è, un album degno della massima attenzione, caratterizzato da una prova d'insieme veramente conivolgente, una produzione più che dignitosa, ed una manciata di composizioni, ben dieci per la precisione, che avrebbero potuto fare la felicità dei vari Bon Jovi, Danger Danger o degli stessi No Sweet e Little Angles, anche perchè, il loro continuo riflusso fra reminiscenze classiche, e momenti più ludici, portano in dote brani dal flavour magniloquente come ad esempio la stessa title track, o le più sbarazzine “Boy's night out” e “We are the young”, l'hard rock pomposo di “Rip it up” dall'incedere sostenuto, o la stessa ballad “Standing on the edge of love”.
Un secondo album, l'ottimo “Spark to the flame” del 1995, grazie al quale la band ha l'onore di supportare dal vivo i Ten del guru Gary Huges, ed un silenzio di ben tredici anni, interrotto dalla pubblicazione di “Global Warning”, sono qui i numeri che ci portano a conoscenza di quest'ennesima scommessa del mercato discografico inglese andata per sempre vana. 
Potete farne a meno? Ne dubito.
(Beppe Diana)


Genere: Melodic Rock
Anno di Pubblicazione: 1993
Etichetta: Formula One Records


Line up:
Jeff Ogden - vocals
Marc Stackhouse - bass
Karl Bee - drums
Barney Stackhouse - keyboards
Rab Devenney - guitar

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