domenica 16 febbraio 2014

Giulio Rossi - Electric Caprice

Perseveranza e sagacia, sono questi gli elementi che risaltano da questa breve chiacchierata telematica intercorsa con il buon Giulio Rossi, rocker della prima ora, in attività dai primi '80ies prima coi seminali Sharks, poi con i più quotati Synthesis, il quale, in occasione del suo nuovo lavoro solista “Second Act”, è riuscito ancora una volta a dare pieno sfogo a tutte le sue velleità artistiche, ponendo in risalto una versatilità compositiva che lo ha portato nuovamente all'interno di un intenso ed esauriente escursus musicale a base di corroborante heavy rock di tipica estrazione neoclassica...
Nelle parole dello stesso artista ternano, la genesi legata ad un disco tutto da scoprire...

Ciao Giulio e grazie per la tua disponibilità, come sta procedendo la promozione di “Second act” in questi giorni di apparente silenzio mediatico? Puoi ritenerti soddisfatto dell'accoglienza che il disco ha ricevuto?
Grazie a te! La promozione direi che è andata secondo programmi con buoni voti dai recensori i quali non hanno avuto mezzo centesimo, eheheh.
Se vogliamo parlare di termometri, posso dire che "Second Act" rispetto a "Victims Of The Past" ha ottenuto una risposta migliore sul fronte della pirateria audio, sai, mi dicono che questo è un buon segno allora...

Parlando del disco, ci spiegheresti quanto tempo hai dedicato fra stesura dei brani, arrangiamenti, e registrazione?….. e se non è troppo, hai sfruttato l’uso di tecnologie moderne come Cubase, Nuendo e diavolerie varie?
Diciamo che in tutto ho investito un paio di anni, ma avendo più tempo da dedicare, avrei concluso sicuramente prima. In merito alle nuove tecnologie, posso dirti che Cubase e Nuendo, non sono altro che studi di registrazione veri e propri, che consentono di lavorare in autonomia.
Ormai siamo arrivati al punto che 5 musicisti, possono regitrare, anche stando a casa loro, edall'altra parte del mondo, un disco in diretta, suonando collegati via web, non è fantastico?
Per quel che riguarda "Second Act" la cosa è andata in parte proprio così.

Come per la precedente produzione discografica, anche per il nuovo disco ti sei avvalso della preziosa collaborazione di diversi artisti legati alla scena nostrana, soprattutto per quel che concerne la tua Terni, in che modo sei riuscito a recuperare il mitico Steve Firmani?
Ecco qui hai toccato uno dei punti più delicati; è vero, ho voluto valorizzare anche ciò che di buono c'è in questa città relativamente alle risorse umane di talento, ma di sicuro tutto ciò avrà un peso nel tempo... Stefano Firmani? E' un amico, non ci sono stati problemi a reclutarlo, magari ce ne sono stati per fargli trovare il tempo di cantare eheheh.

Quindi mi pare di capire che per il tuo come back volevi che tutto fosse curato nei minimi dettagli, è veramente così?
Sicuramente! "Second Act" non poteva essere peggio di "Victims Of The Past" sarebbe stato un tonfo che avrebbe decretato la fine del percorso.

Questo mi fa capire che una grossa mano te l'ha data la rete ed il così detto file sharing, dico bene?
A quanto pare il file sharing è come dicevo sopra un termometro sia esso legale o non e per chi ha vissuto gli anni in cui non c'era ed ora poter essere ascoltati in tutto il mondo è un sogno realizzato a prescindere.

Ma gli artisti chiamati in causa si sono dedicati ad eseguire le parti a loro assegnate, oppure gli hai lasciato libero arbitrio?
Nessun libero arbitrio, almeno per i cantanti, i brani avevano già la loro linea melodica e i loro testi scritti dal buon Max Evangelisti con cui sapete, collaboro dai tempi degli Sharks.
Nel caso degli altri strumenti invece ho dato dritte per le batterie ma non per il basso di Joe Chirchirillo ad esempio.

A mente fredda ed in maniera più razionale, puoi ritenerti soddisfatto di come sia venuto fuori il “prodotto” finale, o con il senno del poi cambiereste qualcosa?
Bella domanda grazie! Sai cosa? No non cambierei nulla perchè ho dato tutto ciò che il mio stato psicofisico ha consentito in quel momento. Sono soddisfatto.

Quali sono le aspettative che avete nei confronti dell’uscita di questo nuovo parto discografico? All’interno di una scena musicale così asettica come quella nostrana, come pensi possa essere accolto?
Guarda sarò sincero: il mio obbiettivo in effetti è quello di valorizzare le mie capacità! Se Madre Natura ti ha donato qualche talento, questo deve venir fuori, sarebbe un peccato sprecarlo!
Lo ammetto mi rammarico di non averlo fatto prima; ho dedicato molto ai Synthesis, ed in questi casi si sa che bisogna stare alle regole del gruppo, quindi gruppo uguale compromessi, uguale congelare le proprie aspettative, nel peggiore dei casi se gli obbiettivi non sono comuni. Come sia stato accolto in Italia? Credimi, non ho mai pensato che in Italia avrei ricevuto chissà quali riconoscimenti, ed invece... In ogni caso ho sempre cercato di far riferimento al globo, ed ora che c'è il web...

Capito, visto che ci siamo, prima di registrare i vari brani, avevi già in mente di come avrebbero dovuto suonare, o in fase di step finale, hai aggiunto degli accorgimenti?
Ottima domanda!! Se per accorgimenti intendi arrangiamenti, beh ti dico si, visto sono la parte più piacevole, rispetto a "Victims Of The Past" ad esempio, ho inserito più effetti "intro" nei brani che regalano quell'alone di professionalità che serve alla causa.

Ascoltando le dieci tracce del disco, credo che hai dato tutto di te stesso, mettendo in risalto un’evoluzione stilistica che ha premiato la tua caparbietà e il tuo amore per certe sonorità neoclassiche dai connotati hard rock, ti trovi d’accordo con me?
Sono d'accordo, nella prima parte del disco ho voluto dar risalto a quello che sono oggi (anche se in continua evoluzione) mentre nella seconda parte sono tornato agli albori, dando risalto a quello stile neoclassico che fa parte della mia storia, arrangiando in veste sinfonica "Electric Caprice" strumentale scritto a cavallo tra il 1986 ed il 1987, con il quale avevo ricevuto una bella recensione nella sezione Guitar Hero di HM.
Per Rising Force la questione ha due motivazioni: la prima è che mi piace di brutto, la seconda è la sfida con me stesso, e non certo con Y.J.M. che rispetto ed ammiro per caparbietà e determinazione, oltre che per aver contribuito a dare grande stimolo a tanti.

Pensi al tuo progetto solista come ad una valvola di sfogo, oppure se ne avessi la possibilità, potresti tramutarlo in qualcosa di ben più credibile e duttile?
Credo sia il mio futuro.

In questo senso, non credi che alcune delle idee scaturite per questo disco avrebbero potuto essere delle idee vincenti proprio per i nuovi Synthesis?
Bella domanda anche questa! Vedi nelle band ci sono meccanismi tanto particolari, il sound è dato da vari fattori, se si creano degli squilibri salta tutto!
Mi spiego meglio: se ad un brano che ha bisogno per arrangiamento di un solo di poche note, ne mettessi mille, uscirei dal tema, ci sarebbe una dissonanza di equilibri in termini di arrangiamento; la stessa cosa vale per i brani: se hai una voce nella band che ha certe caratteristiche, non la puoi forzare su strade che non gli appartengono, mi capisci vero?

Certo!!!! Cambiando discorso, per un musicista navigato come te che significato assume la parola heavy metal? Quando ascoltati un disco ti fai trasportare ancora dalle emozioni, o il più delle volte sei solo critico?
Heavy Metal vuol dire per me percorso musicale ma ci tengo a dire una parte di percorso perchè mi sono interessato e lo faccio ancora, ad altri generi meno di nicchia come il pop o anche il jazz per studio. Ascolto volentieri il materiale che esce e mi affascina l'evoluzione della scena Italiana, negli ultimi anni cresciuta più di quanto sia valutata realmente dal settore.

Che cosa spinge un musicista della tua levatura a rimettersi sempre e comunque in discussione dopo tutti questi anni?
Le forti motivazioni! Immagina di aver messo per qualche anno in congelatore le tue aspirazioni e capirai.

Prima di concludere, vorrei che ricordassi per noi il compianto Piero Iatteri membro fondatore dei Synthesis...
Come ho avuto modo di scrivere in altre interviste, Piero era un amico con cui si stava le ore al telefono parlando di musica di vita ed altro. Ha caratterizzato tutta la prima parte della storia della band con i suoi riff inconfondibili di grande personalità. Lo ricorderò tra pochi giorni con il nuovo singolo a lui dedicato così come a Sergio Nardelli l'ultimo ad intervistarlo e come sappiamo segnato dallo stesso destino qualche mese dopo.

Ok Giulio la fine la lascio a te...
Grazie a te per la stima e per lo spazio a me riservato ed un caro saluto a tutti, Giulio Rossi

Intervista raccolta da: Beppe Diana

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