martedì 4 febbraio 2014

Dan Lucas - Canada

Si, dobbiamo farcene una verità, purtroppo anche l’immenso firmamento del rock melodico è costellato da stelle di piccola e media grandezza, un universo popolato da artisti che, nonostante abbiano goduto di poca considerazione da parte dei media, hanno cercato di lasciare il segno del proprio passaggio con opere che, almeno queste, dovrebbero perlomeno essere rivalutate.

Prendete ad esempio il carismatico Dan Lucas, all’anagrafe Lutz Salzwedel, eclettico vocalist di origine tedesca con un passato speso fra le fila dei seminali Karo, formazione a torto considerata di seconda fascia, che era riuscita solamente a sfiorare l’agognata notorietà, grazie ai riscontri ottenuti dal loro “Heavy Birthday”, un gran bel disco di melodic rock per veri intenditori, pubblicato nel 1988 dalla Frontnow Records, ristampato dalla MTM nel 2005 con l’aggiunta di ben due bonus track, e dei quali naturalmente, il buon Lutz, con il suo tipico timbro caldo e sensuale, rappresentava senz’ombra di dubbio ben più di una semplice punta di diamante.
Trasferitosi dalla natia Germania sulle sponde del nord America, in cerca di fortuna, ma soprattutto di maggior visibilità internazionale, il buon Dan Lucas trova nella Marlboro Music, si, proprio la sussidiaria della celebre marca di sigarette, un valido supporto discografico e, grazie anche alla collaborazione di alcuni esperti artisti da studio come il tastierista/produttore Robert Papst, già in forza agli altrettanto seminali Dominoe, ed il futuro nucleo dei Sydney formato da Les Chak e Ed Straker, rispettivamente chitarra e basso, musicisti che si rivelano delle pedine fondamentali nell’immaginario creato del cantante teutonico, grazie ai quali riesce nel non facile compito di dare forma, ma soprattutto sostanza, alle proprie velleità artistiche, portando a compimento un disco intenso ed emozionante che, naturalmente, verte attorno ad una spinta creativa di primo piano, che conduce ad un songwriting sopraffino, pregno di composizioni degne della massima attenzione.

“Canada” questo il titolo del debutto ufficiale dell’artista europeo, rappresenta naturalmente ben più di un sentito omaggio alla nazione che all’epoca lo aveva adottato, splendida in quest’ottica la suadente “Canadian dream”, Aor song davvero toccante nel suo incedere morbido e sinuoso, caratterizzato da una raccolta di ben quattordici perle di raffinato rock melodico, che risentono in maniera palese delle influenze esercitate dai maestri americani Toto, Journey e Reo Speedwagon, proprio come si evince dall’ascolto della delicata opening track “Someone else girl” condotta in porto da un Dan Lucas che richiama in pieno lo stile vocale del migliore Steve Perry, della sinuosa “Over the edge” che ricorda lo stile radiofonico del primo Bryan Adams, o della splendida “The fire”, che conquista l’ascoltatore grazie proprio a quell’hard rock edulcorato in pieno stile Survivor meets Foreigner, per non parlare dei giri armonici di “Into the night” che si abbevera alla fonte dei Loverboy e dei Max Webster, fino a giungere al tormentone “Hot Stuff”, celebre hit firmato Diana Ross, qui ripreso in versione più rock oriented, senza per questo snaturare la natura dance del brano stesso.

Ne scaturisce così un disco superbo ed avvincente, senza se e senza ma, la versione originale negli anni ha raggiunto dei prezzi davvero stratosferici, certo, difficilmente paragonabile alle altre due release del cantante tedesco, piuttosto buone, ma nella media, soprattutto per la qualità intrinseca di ogni singolo brano, qui davvero al top, un disco da avere, quindi anche qui, se lo trovate, non esitate a prenderlo!!!!

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